giovedì 5 dicembre 2013

lacrime di un cielo straniero parte 2

Ecco a voi la seconda parte di "Lacrime di un cielo straniero". Se vi siete persi la prima parte, se la volete rileggere...ecco il link a cui trovarla. Buona lettura. 


"Entrata, vide i corpi dei suoi genitori e dei nonni. Le venne in mente il giorno in cui trovò una bambola con buchi al posto degli occhi, senza braccia e gambe. Allora aveva urlato, ora nessun suono usciva dalle sue labbra. Le ginocchia le cedettero, cadde, come le lacrime che, rotolando sul pavimento, si andarono a mescolare al sangue ancora caldo dei suoi parenti.
Un naso umido seguito da un muso peloso le si appoggiò in grembo. Beo l’aveva seguita, come lei aveva camminato in mezzo a quell’orrore e ora era lì, a darle il suo calore. Si avvicinò con le mani tremanti ai corpi. Doveva coprirli, dar loro una sepoltura, ma come fare da sola? Si avvicinò alla credenza dove la nonna teneva le coperte di lana, le lenzuola e le tovaglie. La aprì e prese la tovaglia delle feste, quella che la nonna metteva a Pasqua, quando dalla cucina arrivava il profumo della krompirusa[1] e del burek[2], che l’anziana preparava pazientemente secondo l’antica ricetta di famiglia, scritta su un quaderno rosso, tenuto gelosamente e accuratamente in un cassetto della madia in cucina. Prese la tovaglia e, appena la ebbe tra le mani, le sembrò di sentire il profumo dei cibi, delle candele alla lavanda che ricoprivano il tavolo. Completamente diverso da quello che aleggiava nell’aria: la puzza di sangue, di cadavere, di morte già la impregnava, rendendola quasi irrespirabile. Aprendo la tovaglia qualcosa cadde sul pavimento. Sofi si chinò e prese l’oggetto: un petalo di rosa rossa, un petalo di quel mazzo di rose che il papà aveva portato da Tuzla per la nonna appena otto mesi prima.
Messo il petalo in tasca, si avvicinò al corpo che si trovava più lontano, quello della mamma sul balcone. Lo osservò e, chinandosi, baciò la madre sulla fronte, le chiuse gli occhi e le tolse la collanina d’oro, appartenuta alla sua bisnonna. La prese poi per le braccia e la tirò verso gli altri tre corpi, li allineò e tolse loro, come aveva fatto per la mamma, un oggetto e infine li coprì tutti con la tovaglia. S’inginocchiò poi accanto a Beo, che aveva osservato quella semplice cerimonia funebre con occhi attenti e, abbracciandolo, disse una preghiera e, come la prima volta, poche ore prima, pianse, pianse fino ad addormentarsi."
MU



[1] Krompirusa: torta salata bosniaca, chiamata "Pita" nella lingua popolare, il cui ripieno è fatto con cubetti di patate.
[2] Burek: torta salata bosniaca, chiamata "Pita" nella lingua popolare, il cui ripieno è fatto con carne macinata.

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